come al solito manco da un bel pò. Ma vorrei lasciarvi qualcosa di mio oggi, di scritto intendo. Qualcosa che fà parte della mia vita. Intendo parlarvi di Piante Officinalis. Perciò vi aggiungo qualche notizuola..... sò che vi farà piacere.
LA CALENDOLA
Chi mai darebbe tanta importanza alla calendola (Calendula officinalis), vedendola in un prato con quel suo fiore color arancione dai petali non molto dissimili dalla margheritona, che si apre con il primo sole per richiudersi poco prima del tramonto e i cui semi uncinati richiamano la forma della mezzaluna? Un fiore gioioso ma non particolarmente vistoso, quasi ad ammonire gli sciocchi, la cui stirpe è inesauribile, a non sottovalutarne l'apparente semplicità. Eppure esso racchiude tante proprietà medicinali, come già sapeva sant'Ildegarda di Bingen e come spiegavano i naturalisti rinascimentali, dal Mattioli allo Pseudo Apuleio e al Durante il quale, pur chiamandola come i Greci caltha, ne ricordava anche gli altri nomi: "Fiorrancio, fior d'ogni mese, perchè fiorisce ogni calenda si chiama ancor calendula: perchè si gira al girar del sole è detta sposa del sole e orologio dei contadini". In realtà il rapporto con il primo del mese si deve intendere in senso
figurato, che cioè durante la bella stagione essa fiorisce mensilmente, così come nel calendario romano arcaico la luna rispuntava, simile a una sottile falce lattea, alle calende di tutti i mesi che allora erano lunari.
Questo rapporto calendariale è riflesso d'altronde proprio nel seme somigliante alla prima falce di luna.
Fiore, dunque, la calendola, collegato alla Grande Madre, come ci conferma la leggenda greca che ha come protagonista Afrodite. La dea, addolorata per la morte del giovane amante Adone, pianse lacrime che, toccando terra, si tramutarono in calendole. Forse per questo motivo i Greci raffiguravano il dolore con i tratti di un giovanetto che teneva in mano una loro corona. Sicchè nel vocabolario ottocentesco dei sentimenti si sono attribuiti al gioioso fiore simboli tristi, dalle Pene d'amore al Disinganno, dalla Gelosia alla Noia.
Dovrebbe al contrario evocare la Guarigione dalle pene d'amore o la Serenità perchè le tinture ricavate da fiori e foglie curano e rimarginano piaghe, ferite e varie malattie della pelle. Il decotto, preso regolarmente, medica efficacemente ulcere croniche e gastriti, ed è insieme stimolante e calmante, depurativo e diuretico, mentre lo sciroppo attenua i dolori delle mestruazioni. Esplica anche un'azione antibatterica, fungicida e antivirale, così come contiene un'essenza capace di neutralizzare le sostanze tossiche inoculate dalle punture di insetti e dal veleno delle meduse e delle attinie.
Una pianta, insomma, che si preoccupa della salute degli uomini; sicchè molto graziosamente i francesi l'hanno soprannominata petit souci o souci des champs.
Un abbraccio di luce. Reiki Ros
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